Ci sono piatti che portano con sé storie antiche, e perfino il loro nome sembra raccontarne una.
È il caso di tutto ciò che viene cucinato “a beccafico”: un’espressione che suona buffa, affettuosa, ma che affonda le radici in una leggenda gastronomica fatta di creatività e necessità.
Deriva da un uccellino ghiotto di fichi, considerato una prelibatezza nelle tavole nobili di un tempo. Ma la cucina popolare – com’è accaduto spesso – ha preso ispirazione dall’aristocrazia e l’ha trasformata in qualcosa di accessibile, concreto e, forse, ancora più affascinante.
È nata così l’idea del beccafico come metodo: un ripieno goloso a base di ingredienti semplici, usato per farcire ciò che c’era. Sarde, finocchi, e ora anche sgombri.

Gli sgombri a beccafico sono una delle tante prove che la cucina del recupero può diventare cucina di festa.
Si parte da un pesce azzurro, spesso sottovalutato ma in realtà ricchissimo di proprietà nutrizionali: lo sgombro è economico, facile da trovare e pieno di Omega 3.
La sua carne saporita si presta benissimo ad accogliere un ripieno aromatico, morbido e leggermente dolce.
È una ricetta che sa di Sud, di mare, ma anche di memoria e di forno acceso nelle giornate in cui si ha voglia di qualcosa di speciale, ma con pochi ingredienti.
A differenza delle celebri sarde a beccafico, gli sgombri hanno una consistenza più corposa, e per questo offrono un contrasto ancora più interessante con il ripieno.
Quest’ultimo si prepara con pangrattato, uvetta, pinoli, qualche acciuga sott’olio, prezzemolo fresco, succo di limone e olio evo.
Una combinazione che riesce a essere insieme semplice e sofisticata, dolce e sapida, e che profuma di casa, ma anche di viaggi inaspettati tra le coste siciliane.
Una ricetta che profuma di domenica
Preparare gli sgombri a beccafico non è difficile, ma richiede un po’ di pazienza e amore per i dettagli. I pesci vanno puliti con cura, privati della lisca centrale e aperti a libro, in modo da poter accogliere il ripieno.
A quel punto si procede con i gesti che sembrano ripetersi sempre uguali, ma che ogni volta raccontano una storia diversa: il profumo del limone fresco mentre si irrora il pangrattato, l’uvetta che si gonfia nell’acqua tiepida, i pinoli che scricchiolano tra le dita, le acciughe che si disfano lentamente nell’olio.
Il risultato è un composto profumato, umido al punto giusto, che va adagiato con generosità sulla parte interna del pesce.
Una volta farciti, gli sgombri si richiudono leggermente e si sistemano in teglia con la parte aperta verso l’alto. Qui entrano in gioco le foglie di alloro, che durante la cottura rilasceranno un profumo inconfondibile, capace di trasformare la cucina di casa in un piccolo angolo di Sicilia.
Chi cerca varianti può provare anche i miei finocchi a beccafico, ideali per una tavola vegetariana, o tornare all’originale con le classiche sarde a beccafico.
In ogni caso, è una risposta perfetta a quella domanda che ci poniamo quasi ogni giorno: “Cosa preparo per cena?” – magari qualcosa che sorprenda, anche restando nella semplicità.
Ed ecco cosa ti preparo per cena: Sgombri a Beccafico

Sgombri a Beccafico
Ingredienti
- 700 g sgombri aperti a libro
- 2 limoni
- 70 g pangrattato
- 40 g uvetta
- 20 g pinoli
- 2 o 3 acciughe
- olio EVO
- prezzemolo
- alcune foglio di alloro
- sale e pepe
La ricetta passo passo
metti in ammollo la passolina in acqua tiepida.
Sciogli l'acciuga in poco olio e tieni da parte. tosta il pangrattato in padella con poco sale e un pizzico di zucchero, aggiungi un filo d'olio e tosta fincè sarà arancione. avrai fatto la Muddica atturrata
metti la muddica atturrata in ciotola e aggiungi il prezzemolo tritato, la passolina strizzata, i pinoli, l'acciuga sciolta, il sale e il pepe.
pulisci gli sgombri e aprili a libro. Riempili con la farcia, aggiungi una fettina di limone, e posizionali in una teglia intervallandoli da foglie di alloro
bagna con succo di limone, Inforna a 180° ventilato per 20 minuti
Videoricetta Sgombri a Beccafico in pochi step
In forno, con amore
La cottura è forse il momento più gratificante di questa ricetta. Si inforna a 180 gradi ventilato per circa 20 minuti: il tempo giusto perché il ripieno si dori senza bruciare, lo sgombro resti morbido e l’alloro faccia il suo lavoro. Il forno ventilato aiuta a distribuire il calore in modo uniforme, regalando una doratura leggera e profumata.
L’odore che invade la casa in quei minuti è una promessa: qualcosa di buono sta arrivando.
Gli sgombri a beccafico si servono caldi, ma ti dirò: a temperatura ambiente sono forse ancora più buoni. I sapori si fondono, diventano più rotondi, più profondi.
Puoi servirli con un’insalata di finocchi freschi, un contorno di patate o semplicemente del pane rustico, per raccogliere tutto il fondo saporito che si crea in teglia.
La ricetta completa sarà presto anche su YouTube, ma intanto puoi già vedere la preparazione nel reel su Instagram. Se ti va, provala e raccontami com’è andata.
Perché ogni tanto, tra un “cosa ti preparo per cena” e un “non ho idee”, la risposta giusta può arrivare proprio da una ricetta che viene da lontano, ma resta con te. E sa di casa.






