Due anni e tre mesi.
Ti ho allattato per due anni e tre mesi prima di iniziare a spiegarti che sì, la tetta della mamma c’è sempre, ma adesso non c’è più latte. Non c’è più il latte della mamma ma ci sono tante altre cose bambino mio, ad esempio ci sono i baci, le carezze, i massaggini sulle manine, ci sono tutte quelle coccole che solo una mamma sa inventare in base alle preferenze del proprio bimbo. Quelle amore mio, non finiranno mai…
Mi riempio di tenerezza nel vedere come stai accettando uno dei primi grandi cambiamenti della tua vita. Stai scoprendo l’appagamento che si ha da un abbraccio, la possibilità di abbandonarsi al sonno al suono delle mie parole, la dolcezza di un risveglio giocoso, la colazione e il tè con il miele in compagnia della tua tazzina nuova e della tua sorellina.
Ti osservo, e penso a quanto i bimbi siano pieni di risorse. A come si sentano sicuri all’interno delle proprie abitudini, ma di quanto siano allo stesso tempo capaci di modificarle e di adattarle alle varie fasi della propria vita. Perché le abitudini possono diventare strette, e a quel punto se non ce le ritagliamo nuovamente addosso possono bloccare la nostra evoluzione.
Tra tristezza e Gioia
Le emozioni che sto vivendo in questi giorni sono così complesse che mi è servito il tuo papà per comprenderle appieno. Sì perché ieri sera grazie a lui ho fatto ordine nel mio cuore.
C’era la felicità di vederti più grande, la soddisfazione di averti allattato per tutto il tempo necessario al tuo sistema immunitario di diventare maturo, la dolcezza nel vedere la tua comprensione e accettazione, e la tristezza mista a gioia nel pensare che finalmente, l’allattamento del mio terzo bimbo è iniziato e finito con dolcezza.
Ho pianto ieri sera. Ho pianto pensando a Samuele e a come terminò il suo allattamento. Corpo, mente e Spirito hanno diversi tempi di accettazione, e per molti giorni il mio corpo si è rifiutato di accettare la sua mancanza.
Ho pianto, ho pianto pensando a come è iniziato l’allattamento di Mia a causa della sua palatoschisi. Diciannove mesi di allattamento, senza mai essere riuscita a farla ciucciare. Per tutti quei mesi mi sono tirata il latte con amore per la mia bambina, e un po’ sono stata gelosa del suo amato biberon. Quando lo racconto alle persone e vedo che sgranano gli occhi incredule penso che sì, forse sono davvero un’extraterreste, o forse sono semplicemente convinta di quanto sia importante per i bimbi il latte materno.
Ieri sera, tra le carezze di Giampietro ho cercato di piangere tutta la tristezza che avevo dentro. Perché l’ho capito, se la tristezza la piangi tutta, poi c’è più spazio per la Gioia.
Grazie Gioele. Penso che tu per noi sia davvero un premio.
Un premio per averci creduto.
Un premio perché la felicità può essere difficile da conquistare, è vero. Ed io in questa vita sto scegliendo di conquistarla giorno dopo giorno, vivendo tutte le emozioni del mio corpo, della mia mente e del mio spirito.
Foto Claudia Camillo (che ringrazio)
Viviana Dal Pozzo: Ottima cuoca, grandissima donna….
ma soprattutto splendida Mamma!!! ogni tuo post mi riempe il cuore di gioia…..
grazie, veramente..per tutti i preziosi consigli di cucina ma anche di vita!!!
non sei un’extraterrestre! <3
Vivi…mi sono commossa <3
mi hai stesa Viviana… leggere questi tuoi pensieri mi ha commosso oltre ogni dire <3
sei una meravigliosa anima
Grazie
La ricetta migliore di sempre: il latte di mamma!
Questo è il primo post di un blog che leggo dopo taaanto tempo: ti ritrovo saggia e piena d’amore come sempre (ma di questo non avevo dubbi!)
Sei una gran …MAMMA! Lo sei stata per Samuele (ogni volta che sento Waka waka….), per Mia, affrontando tante nuove preoccupazioni, e lo sei per Gioele.
Anche se ti mancherà questo particolare contatto fisico siete pronti per nuove avventure!
In bocca al lupo a te, Giampietro e ai ragazzi!!!!
Ti leggo da millenni. Sappilo. Un abbraccio da una sconosciuta 🙂
Maria Grazia
Ciao Viviana… leggo le tue parole e vorrei uscissero dalla mia bocca… perché proprio oggi io ed il mio Jacopo festeggiamo 2 anni e tre mesi di allattamento. Ma Jacopo non è ancora pronto ad un passo del genere e, forse, neanche la sua mamma. Attenderò e, quando sentirò che è abbastanza maturo, gli spiegherò l’amore in altre lingue, come hai fatto tu, sperando di riuscire anche a gioire come hai fatto tu. Le tue parole mi confortano e mi incoraggiano, quindi grazie, da mamma Valentina.