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Conoscere ciò che compriamo. La strada del pomodoro dall’orto alla cucina.

rodolfi ortolina

A metà settembre sono stata invitata a visitare un’azienda storica di Parma, che quest’anno festeggia ben 120 anni di attività. Oltre a conoscere il ciclo produttivo che permette a dei pomodori freschi di entrare dentro un vasetto o un tubetto, che di per sé ha per me del fascino, la cosa straordinaria di quella giornata è stata conoscere da vicino gli imprenditori: la famiglia Rodolfi.

Una storia che vive da 4 generazioni

A raccontarci la storia della sua azienda è stato proprio il nipote del fondatore Remigio, ovvero Giuseppe Rodolfi, 85 anni. Ci è stato presentato come Commendatore e come Presidente della Rodolfi, ma lui non ha una giacca con fazzoletto nel taschino, no, lui indossa un camice bianco e dopo averci incantati con la storia della sua azienda, che è anche un po’ la storia della sua famiglia, ci saluta per continuare il suo lavoro, che a metà settembre era ancora nel pieno della campagna di produzione della passata dai pomodori freschi .

Giuseppe ci racconta del nonno che inizia la lavorazione del pomodoro in maniera artigianale 120 anni fa, e di suo padre Mansueto, che conduce l’azienda durante il difficile periodo tra le due guerre, e che ha visto protagonista anche Ida la mamma di Giuseppe, che è riuscita a portare avanti l’azienda durante il richiamo alle armi del marito.
Il successivo processo di industrializzazione ha trasformato la Rodolfi in un’azienda all’avanguardia non solo nella trasformazione del pomodoro, ma anche del rispetto dell’ambiente: la sede principale della produzione si trova nel Parco regionale del Taro e perciò deve rispettare standard ambientali molto elevati (ad esempio, una grande attenzione viene data al recupero e al riciclo delle acque) e soprattutto nella qualità e nella sicurezza alimentare dei suoi prodotti.

Le donne della Rodolfi

Giuseppe ci saluta e adesso a coinvolgerci ci sarà Isabella, sua figlia, che subito mi fa capire l’importanza del ruolo femminile nell’azienda. Isabella ci racconta infatti che sua nonna Ida era conosciuta anche per le sue straordinarie capacità culinarie, riuniva infatti tanti bambini a tavola con la sue famose tagliatelle condite con il suo sugo speciale alle verdure. Quel sugo diventò famoso e prezioso all’interno della Rodolfi, perché la ricetta segreta della nonna fu prodotta, inserita nei tubetti e chiamata Ortolina. Sorridendo ci ammette che la nonna protegge di certo la segretezza della sua ricetta, perché nonostante i tanti tentativi, l’ortolina resta ancora oggi inimitabile.

Anche Isabella da un contributo importantissimo alla creatività della Rodolfi: mamma attentissima alla corretta alimentazione, seguendo il suo cuore, riesce a migliorare la mensa della scuola di sua figlia, e grazie all’esperienza in cucina fatta con lei, inventa una linea dell’ortolina dedicata ai più piccoli in cui oltre all’inconfondibile bontà del sugo alle verdure della nonna aggiunge le cremine di verdure più amate dalla figlia.

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Conoscere ciò che compriamo: la visita all’azienda

Inizia la visita dell’azienda, che come vi avevo accennato è nel pieno della campagna di produzione della passata. Questo vuol dire che dal 25 luglio al 25 settembre lo stabilimento lavora ininterrottamente, 24 ore su 24, e tutti i lavoratori si alternano con turni di 6 ore. Che fatica immagino… e invece resto stupita da tutti i sorrisi che ricevo…
E il processo produttivo lo vivremo anche noi.

https://www.youtube.com/watch?v=KpIlnDu9Oqo

Ogni 4 ore arrivano camion grandissimi carichi di pomodori prodotti nel raggio di 50 Km, già perché la Rodolfi lavora solo ed esclusivamente pomodoro italiano (ma potremmo dire ancor di più pomodoro emiliano…), il carico viene campionato, lavato e lavorato nel giro di poche ore per trasformarsi in una vasta gamma di prodotti che si divide nei prodotti con marchio Ardita e Alpino, diretti al Food Service italiano e internazionale, e i prodotti con marchio Ortolina che recentemente sono diventati una gamma che ho avuto il grandissimo piacere di conoscere, provare e apprezzare.

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La gamma Ortolina

Ci sono le passate, quella classica, quella rustica e la Bio

C’è l’Ortolina classica, che oramai è diventato il mio insaporitore preferito. L’aspetto inizialmente mi aveva un po’ portato fuori strada, pensavo infatti fosse un concentrato di pomodoro, e invece è un sugo pronto a tutti gli effetti che non necessita neppure di cottura. Nella versione piccante, con l’aggiunta di paprika e peperoncino, diventa un gustosissimo alleato per creare aperitivi o per dare un tocco dolcemente speziato a qualsiasi piatto.

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La gamma Ortolina dedicata alle mamme e pensata per i bambini

E poi ci sono loro… i nuovissimi sughi dedicati alle mamme e pensati per i bimbi, l’ortolina Kids!

Fantastici, buonissimi, biologici, con il 50% di verdure, senza coloranti, additivi, addensanti, e naturalmente senza glutine (questo interessa a noi mamme), senza pezzi, cremosi, buonissimi, naturalmente dolci, e dopo aver finito di mangiare si può correre a giocare con i 16 personaggi della Looney Tunes (questo interessa invece ai nostri cuccioli).

Tecnicamente sono dei sughi pronti, nel senso che potrei versarlo dal barattolino di vetro direttamente sul piatto di pasta davanti agli occhietti felici dei miei cuccioli, ma chiedo pubblicamente scusa alla Rodolfi: avendo una dignità da FoodBlogger da difendere, questa cosa non la farò mai… condirò sempre i loro piatti mantecando la pasta direttamente nella pentola e spacciando l’ortolina Kids per il sughetto buono fatto dalla mamma :-).

È il momento dei saluti, mi aspettano un po’ di chilometri per tornare a casa, e per poco più di due ore ascolto la musica dall’autoradio e rivivo i momenti della giornata: penso al coraggio e alla passione vista negli occhi di Giuseppe Rodolfi, alla dolcezza e alla determinazione di Isabella, alla professionalità del direttore Commerciale, ai sorrisi dei dipendenti con cui ho incrociato lo sguardo e penso che le chiavi del successo di un’azienda sono molte… e la Rodolfi le ha tutte.

Post Offerto da Rodolfi Mansueto e Ortolina

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2 commenti su “Conoscere ciò che compriamo. La strada del pomodoro dall’orto alla cucina.”

  1. Bellissimo articolo. Uso ortolina in tubetto da sempre.
    Mi ricorda i sapori del sugo di una volta ( forse sarà anche per il packaging vintage) è semplicemente fantastica, non la cambierò mai…w l’Emilia!

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